venerdì 13 febbraio 2009

Le formiche e i gatti

Era sicuramente primavera, faceva abbastanza caldo per stare all'aperto, ma non troppo per cuocersi la testa. Ricordo che ero alla casa al mare dei miei nonni materni e che tutto era calmo. Ascoltavo il rumore delle foglie degli alberi mosse dal vento, osservavo le nuvole, sentivo l'odore dei fiori e dell'erba.
Mi piaceva stare a guardare le formiche seduta per terra: piccole piccole trasportavano, costruivano, esploravano, sembrava sapessero esattamente quello che c'era da fare, e lo facevano. Il bello era che lo facevano tutte insieme, per la comunità, come fossero una cosa sola. A volte cercavo di aiutarle spostando una pagliuzza più vicina al formicaio, ma loro sembravano disorientate, del mio aiuto non se ne facevano proprio niente!
Anche i gatti sono animali sociali: li osservavo mentre si odoravano, amoreggiavano o litigavano, e comunque tendevano spesso a formare dei gruppetti. Per loro non ero trasparente, interagivano con me. Anche loro sembrava sapessero esattamente quello che dovevano fare della loro esistenza, per niente turbati da dubbi sul senso della vita. A quel tempo neanche io mi mettevo troppe domande, o forse osservare formiche e gatti, cercando di capire come vivono, mi sembrava un impiego soddisfacente e che potesse giustificare il mio stare al mondo.
Io scomparivo nella natura.

Nessun commento:

Posta un commento